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Abandonnata sulla strada deserta
Gelsomina piangeva
Ti ricordi?
Lenti passavano un cavallo
e il vento grigio della vita
ed i nostri sogni dolci-
amari
Questa sera siamo noi seduti
come lei
sulla pietra
Guarda
Le stelle ballano sopra il battistero
- o forse saranno insetti affascinati dalle luci
Lo sai bene, che di notte vedo castelli
eretti lungo il torrente
dove di giorno stano soltanto vecchi
palazzi
Di fronte alla scala del Teatro Reggio s’incarna
il viso vuoto e luminoso d’un passaggio
arquato
Il vento si beffa d’un vecchio sacchetto di plastica
fantasmino che vola secondo la sua
fantasia
Nessuno passa a quest’ora
Sotto il rosso scuro dei lampioni
tutto si diluisce nel colore sepia delle vecchie foto
Ascolta
Su Piazza della Pace il cantiere taciturno rimbomba come
un palco di Cinecittà alla fine del filmato
Delle bici vano lentamente
e una vespa ronza senza metà
Ignavi vagano i Vitelloni
senza più cosistenza dei
personnagi bidimensionali dello schermo
Ecco però
quello che manca alla scena -
il ritornello di Gelsomina
quei maldestri suoni della tromba
richiamo dei
ricordi
Eppure
sono qui ancora
sotto la pietra più vivi di tutti i piaceri
più strazianti di ogni dolore
Sono il cuore della città addormentata
nella tisana della noia
Aspetta
che la nostra voce sciolga la maggia
Ti ricordi?